Orzowei

Orzowei

Questo “Orzowei”, per il messaggio che porta, è calato profondamente nella realtà di oggi, ma porta indietro nel tempo per le modalità divulgative e didattiche. Ha il sapore della TV sperimentale degli anni ’70, pronuncia le parole di un maestro degli anni ’50, premuroso verso gli allievi in quanto dedito al loro sano apprendimento, ma senza la preoccupazione di scioccare o provocare domande. Coinvolge tutte le sfere dell’espressività con “lenta” determinazione, lasciando lo spazio all’elaborazione personale, il tempo all’interpretazione, permette alle domande di nascere, cercando di rispondere a tutte con la maggior efficacia possibile. Utilizza il linguaggio artistico ma crea momenti per il dibattito e il confronto, racconta e spiega ma anche lascia spazio all’immaginazione nel figurare luoghi e personaggi. 

 

Raccontare Orzowei in poco più di un’ora è impresa non semplice. Per questo la regia di Elisabetta Garilli sceglie di dare grande rilievo ai messaggi che Alberto Manzi intendeva far arrivare ai suoi giovani lettori, più che alla narrazione degli eventi. Si concentra sull’intento pedagogico del romanzo, parlando agli spettatori, come il maestro avrebbe fatto con i suoi allievi, dell’importanza della collaborazione fra le culture e le etnie, della preziosità che le loro differenze rappresentano e dei vantaggi enormi che possono derivare dalla reciproca conoscenza e stima.

 

Le letture tratte dal testo sono scelte proprio con l’intento di concentrare l’attenzione su questi messaggi, sui dialoghi formativi del giovane “swazi” dalla pelle bianca, sulle esperienze a contatto con le 4 saggezze che lo istruiscono: la cultura zulu che lo ha allevato, quella boscimane che lo ha istruito, quella occidentale destinata ad accoglierlo, e quella di una Natura violenta e maestra che gli insegnerà con le intelligenze degli animali della foresta.

  • Narrazione

    Elisabetta Garilli e Adolfo Donolato

  • Illustrazioni in tempo reale

    Serena Abagnato e Giulia Carli

  • Pianoforte e direzione

    Elisabetta Garilli

  • Clarinetto

    Elisa Carusi, Adolfo Donolato

  • Oboe

    Giuseppe Falco

  • Fagotto

    Daniele Falco

  • Violoncello

    Alvise Stiffoni

  • Basso elettrico e synth

    Gianluca Gozzi

  • Percussioni

    Luca Nardon

  • Canto

    Antonio Falco

  • Musiche

    Elisabetta Garilli

  • Selezione testi

    Giulia Carli, Gianluca Gozzi